La prevenzione dei mali stagionali con l'aromaterapia

In questo periodo dell'anno iniziano i cosiddetti "mali stagionali" o "malattie da raffreddamento". Come sappiamo, si tratta di eventi più o meno fastidiosi che derivano essenzialmente dal contagio di altre persone già infette.
Un corpo sano, con difese immunitarie vigorose, teme sicuramente meno di patirne le conseguenze ma per arrivare a questo appuntamento annuale in piena forma fisica, occorre dedicarsi al proprio benessere ogni giorno dell'anno. In ogni caso, è abbastanza frequente soffrire di qualcosa nel periodo invernale: che sia un mal di gola passeggero o una febbre da cavallo, possiamo fare sempre qualcosa per prevenire l'infezione, alleviare i sintomi ed evitare di diffondere i nostri germi ai nostri cari.
Partendo dal presupposto che stiamo già molto attenti all'igiene ed evitiamo il contatto diretto con persone che hanno segni evidenti della malattia, non dimentichiamo che la via preferita da virus e batteri rimane senz'altro quella aerea. Ambienti chiusi ed affollati sono quindi da evitare. Ma non sempre possiamo farlo!
Un aiuto gradevole ed efficace consiste nel diffondere negli ambienti degli oli essenziali dal potere battericida utilizzando, preferibilmente, un diffusore elettrico ad infrarossi.
In mancanza del diffusore ad infrarossi, possiamo tranquillamente optare per un diffusore in ceramica o vetro, di quelli che sfruttano il calore di una candela accesa per diffondere gli oli contenuti in un piccolo recipiente d'acqua.
Un altro metodo davvero casalingo consiste nel disperdere gli oli essenziali in una piccola ciotola di acqua bollente. L'effetto durerà soltanto finché l'acqua avrà una temperatura abbastanza alta ma è sicuramente meglio di niente.
Se poi in casa abbiamo un malato, allora  è permesso ogni mezzo purché non rinunciamo alla disinfezione dell'aria.
Quali oli essenziali scegliamo? Soltanto oli biologici che riportano la scritta "olio essenziale puro al 100%". Diffida dalle essenze profumate che vengono vendute per i diffusori perché contengono composti chimici che con il calore, disperdendosi nell'aria, danno vita a sostanze tossiche e certamente non salutari.
Qualche suggerimento.
  • Qualche goccia di olio essenziale di eucalipto contribuisce alla disinfezione dell'aria(1): grazie al suo potere battericida previene affezioni contagiose e polmonari; si può utilizzare da solo o insieme ad altri oli essenziali che ne rinforzano l'effetto o aggiungono altri effetti interessanti (balsamici, espettoranti...).
  • L'olio essenziale di limone è utile per risolvere tantissimi piccoli problemi e dedicherò sicuramente un post soltanto a questo. E' noto il suo potere battericida(2) che possiamo sfruttare anche diffondendone l'essenza nell'aria. Qualche goccia nel diffusore ci terrà al riparo dalle infezioni e riempirà l'aria di profumo delizioso.
  • Un altro olio essenziale veramente importante è quello di Ravintsara, eccezionale antivirale soprattutto per le vie respiratorie, antinfettivo con un'efficace azione antibiotica, elimina i rischi di infezione secondaria nei casi di malattia virale. Rinforza l'immunità. Perfetto per contrastare le epidemie stagionali.
  • Anche l'olio essenziale di menta piperita vanta delle ottime proprietà antisettiche(3) che, unite a quelle ben note balsamiche e rinfrescanti, ne fanno un olio dalle innumerevoli applicazioni. Utile per disinfettare gli ambienti, con i suoi vapori è efficace anche contro l'emicrania e per liberare il naso quando siamo raffreddati.
Naturalmente sono tanti gli oli che si possono consigliare, come il timo, la lavanda, il teatree, il cajeput ed il pino silvestre e tanto ci sarebbe da dire su ognuno di questi preziosi doni della natura. Se desideri altri post per approfondire l'argomento, invia una segnalazione tramite il modulo a destra del blog :)

Ed ecco la ricetta che durante l'epidemia di influenza può evitare che le persone si ammalino: per la prevenzione nei luoghi (casa, ufficio...) prepara una miscela di oli essenziali in parti uguali, mescolandoli in un flacone da 10 ml con contagocce. Versa 10 gocce della miscela nel diffusore, con l'acqua, e diffondi un'ora al mattino e un'ora la sera. Unica precauzione: se qualcuno soffre di asma bronchiale o laringospasmo non eccedere con le essenze balsamiche come la menta e l'eucalipto perché potrebbero indurre una crisi..
  • Miscela di limone, eucalipto radiata e ravintsara
  • Eucalipto radiata, teatree e ravintsara
  • Eucalipto, pino silvestre, lavanda, timo
L'acquisto di alcuni oli essenziali è un sicuro investimento per tutta la stagione fredda ma teniamo sempre presente che possono avere proprietà tali da risultare pericolosi se utilizzati con faciloneria. In fondo a questo post troverai alcuni testi che consiglio vivamente a chi volesse avvicinarsi all'aromaterapia e conoscere le proprietà degli oli da acquistare. Se invece ti piacerebbe curarti con l'aromaterapia, allora affidati ad un bravo aromaterapeuta che saprà consigliarti anche in base ai tuoi problemi e condizioni, che sono sempre soggettivi.

note
(1) la nebulizzazione di un'emulsione al 2% di essenza di eucalipto uccide il 70% degli stafilococchi ambientali.
(2) Gli studi di Morel e Rochaix, sull'azione battericida dell'essenza di limone, hanno dimostrato che: 
a) i vapori dell'essenza di limone neutralizzano il meningococco in 15 minuti, il bacillo di Eberth (tifo) in meno di un'ora, il pneumococco in 1-3 ore, lo stafilococco aureo in 2 ore, lo streptococco emolitico in 3-12 ore.
b) l'essenza neutralizza il bacillo di Erberth in 5 minuti, lo stafilocco in 5 minuti, il bacillo di Loeffier (difterite) in 20 minuti. Sterilizza il bacillo della tubercolosi nella dose dello 0,2%.
(3) l'essenza di menta uccide lo stafilococco in 3,5 ore (L. Sevelinges), neutralizza il bacillo della tubercolosi nella dose di 0,4 per mille (Courmont, Morel, Rochaix)

Bibliografia e testi consigliati
Jean Valnet - Aromaterapia. Guarire con le essenze delle piante
Daniele Festy - La mia bibbia degli oli essenziali

Luca Fortuna - Aromaterapia Naturopatica
Stefano Silvestri - Aromaterapia. Sinergia tra corpo e mente

Che fermento! Tutto sul Kefir d'acqua.

La fermentazione, per la trasformazione e la conservazione di alimenti e bevande, è forse il più antico processo biotecnologico utilizzato dalla notte dei tempi. Si tratta di un processo biologico che avviene nei batteri e nei lieviti e che trasforma gli zuccheri semplici in gas, acidi e alcool. 
Siamo perseguitati dalla campagna mediatica che ci spinge ad acquistare disinfettanti, germicidi, antibatterici sempre più aggressivi, ma quale che sia il nostro immaginario sui microbi, i nostri “nemici invisibili” sono molto più vicini a noi di quanto possiamo pensare e non sono tutti dannosi e cattivi, anzi! E’ stato calcolato che per ogni batterio cosiddetto “cattivo” ne esistono almeno 30.000 utili o necessari per la salute umana.

Sono gli inquilini del nostro organismo e si trovano sulla pelle, sulle mucose, nell'intestino, come una sorta di colonia di bagnanti in spiaggia a ferragosto, sono tantissimi e di tantissime specie diverse e tutti laboriosi. Sono i nostri compagni di vita più importanti proprio perché dalla loro salute dipende anche la nostra. Ho letto da poco che ogni adulto di corporatura media porta “a spasso” almeno un chilo e mezzo di flora batterica nell'intestino, un nutrito seguito che si ciba ogni giorno degli alimenti che ingeriamo. L'attività microbica è basilare per la vita e svolge un ruolo fondamentale anche nella preparazione di tantissimi alimenti che consumiamo quotidianamente, grazie alla magia della fermentazione: yogurt, vino, birra, aceto, tutti i prodotti da forno, anche quelli a lievitazione naturale, tutti i formaggi freschi e stagionati, il miele... e l'elenco è destinato ad allungarsi sempre più! 
I gas prodotti durante la fermentazione aumentano il volume dei preparati solidi conferendo loro sofficità (per esempio al pane) e ai liquidi tante festose bollicine (come nel caso del vino), mentre acidi, alcol e altri composti più complessi conferiscono aroma e sapore al prodotto finale. Così nascono delle ottime annate di vino, dei formaggi deliziosi e perfino l'aceto di mele. Anche le verdure lacto-fermentate come i crauti, che storicamente accompagnano gli hot-dog, sono prodotti da questi processi semplici ma efficaci a garantire oltre che un buon alimento anche un'ottima conservazione.

Granuli di kefir d'acqua
I cibi fermentati hanno sempre avuto un ruolo importante nell'alimentazione di tutti i popoli del pianeta. La prelibatezza delle pietanze, l'ottima conservazione e gli effetti benefici sulla salute, costituiscono infatti un triplo vantaggio. La coltura, o fermentazione di un alimento, produce un processo chimico che divide una sostanza complessa in parti più semplici, di solito con l'aiuto di batteri, lieviti o funghi. Gli alimenti fermentati sono considerati alimenti vivi infatti il processo di coltura non si arresta neanche durante la conservazione e questo li rende sempre più ricchi di nutrienti. Inoltre, promuovono la crescita di batteri sani nel tratto intestinale e per questo sono considerati alimenti probiotici ("per la vita"). 

Granuli di kefir d'acqua
Durante il processo di fermentazione i batteri producono inoltre vitamine ed enzimi che sono benefici per la digestione. Mentre noi europei abbiamo sviluppato soprattutto la cultura dei prodotti lattiero-caseari, in oriente si predilige la produzione di verdure in salamoia, particolarmente di kimchi, invece la tradizione americana prevede l'utilizzo di sottaceti e condimenti. Tutti prodotti che possono essere acquistati nella maggior parte dei negozi di generi alimentari ma niente di più lontano dagli alimenti conosciuti dai nostri antenati: con l'industrializzazione, infatti, alcuni procedimenti tendono al raggiungimento di risultati più prevedibili ma questo costringe ad alcune rinunce in termini di qualità nutrizionale e salubrità. Comodo, sicuramente, acquistare l'aceto e il formaggio al market alimentare ma scegliere l'auto-produzione domestica può dare grandi soddisfazioni. Il mondo della fermentazione è davvero vasto e sempre più esplorato anche da impavidi sperimentatori che auto-producono addirittura detergenti dall'elevato potere disinfettante. Ma questa è tutta un'altra storia!

In mezzo a questo già nutrito catalogo di fermentati, già da qualche anno si è registrato un incremento del consumo di kefir, insieme al crescente interesse per le virtù di questa bevanda millenaria.

Si ritiene che i grani di kefir siano stati donati alla tribù musulmana del Caucaso dal profeta Maometto, durante il suo viaggio attraverso questa regione, circa 1.400 anni fa e che quei grani siano stati passati da ogni generazione a quella successiva, fino ai giorni nostri. Sembrano dei preziosi cristalli ma sono simili alla gelatina, morbidi al tatto. Ogni singolo granulo è una coltura vivente simbiotica composta da più di trenta organismi della microflora che fermentano e si sviluppano grazie agli zuccheri, generando nuovi granuli in un processo infinito di auto-riproduzione. La fermentazione dei granuli produce il kefir, una bevanda probiotica ricca di fermenti lattici che, grazie proprio alla presenza di molte varietà di lieviti e batteri, ha eccellenti capacità di conservazione. Il kefir esiste in due versioni, a seconda del liquido utilizzato per la fermentazione: a base di latte e a base d'acqua. Per la verità esistono anche delle differenze di “albero genealogico” dei microrganismi presenti nei due tipi di bevanda ma in effetti ogni famiglia produttrice ha un proprio “kit personalizzato” di fermenti perché la coltura viene influenzata anche dall'ambiente che la circonda.
Zucchero e frutta secca
Un paio d'anni addietro, anche noi abbiamo deciso di provare questa bevanda, optando per il kefir d'acqua, così non siamo costretti a consumare latticini, come nel caso del kefir di latte. All'epoca ho letto davvero tutto il possibile sulle innumerevoli proprietà risanatrici del kefir, anche se trovare del materiale valido non era impresa facile e le notizie fossero a volte più fantasiose che altro. Ho capito che dovevo sperimentare per avere delle risposte esaurienti alle mie perplessità e dunque decidere se impiegare i granuli, riutilizzabili a tempo indeterminato, oppure con uno starter in polvere, che si può utilizzare per qualche produzione. Il giorno che ho deciso finalmente di cimentarmi in questa auto-produzione domestica ho infine acquistato lo starter, comodo perché a lunga conservazione e perché mi sembrava la giusta scelta per prendere confidenza con il kefir. Si trova in commercio in bustine, pronto da miscelare con acqua ed il resto degli ingredienti. Unica pecca: la produzione è già predeterminata e dunque dopo tre/cinque volte occorre acquistare un nuovo starter. E' andata benissimo. Da subito ho ottenuto una bevanda gradevole, leggermente dolce e frizzantina, talmente buona da convincermi a continuare la sperimentazione. Nessun sacrificio ma, anzi, un piacevole momento di degustazione da perpetrare nel tempo. Inoltre, i miei gonfiori di stomaco sono spariti nel giro di qualche giorno, come per magia. Così, ho capito che avrei continuato la mia sperimentazione: grani di kefir che si riproducono in maniera continuativa, per una produzione in piena auto-sufficienza.

La preparazione è davvero di una facilità disarmante. Si può fare anche insieme ai bambini, che così potranno assistere ad una magia davvero suggestiva: piccoli organismi che si nutrono di zuccheri, si riproducono e generano una bevanda unica per valore nutritivo e potere riequilibrante della flora batterica intestinale.
Fermentazione in corso
Il kefir ha proprietà antibiotiche ed antifungine ed è utilizzato per il trattamento di molte patologie compresi disturbi metabolici, cattiva digestione, malattie del cuore, candida, osteoporosi, allergie ed ipertensione. Ritengo che il successo del kefir derivi essenzialmente dal fatto che l'assunzione costante della bevanda contribuisca a rigenerare la flora batterica intestinale da cui dipende la salute dell'intero sistema immunitario. E' risaputo, infatti, che un intestino sano, funzionante, che svolge efficacemente i propri processi fisiologici, assimilando le sostanze nutritive ed eliminando le tossine, determina di fatto una condizione di equilibrio e salute per l'intero organismo. Ricco di calcio, fosforo, magnesio, vitamine B2 e B12, vitamina K, vitamina A, vitamina D e triptofano, il kefir è anche molto gradevole da bere e si può personalizzare in base ai propri gusti.

Il mio kefir è dolce ma puoi regolarti come credi, aumentando o diminuendo la quantità di zucchero in base ai tuoi gusti. Anche la frutta secca si può variare: prugne, datteri, fichi, uva passa, albicocche, bacche di goji, mirtilli neri e rossi ma mi raccomando che siano tutti tassativamente biologici. In caso contrario, rischieremo di inquinare il nostro kefir con diossido di zolfo o anidride solforosa (nelle etichette E220), un gas che viene usato come disinfettante, agente sbiancante o come conservante alimentare proprio per la frutta disidratata. Per lo stesso motivo, anche il limone deve essere non trattato, meglio ancora biologico. E i protagonisti di questa ricetta? Puoi acquistare i granuli online oppure riceverli in regalo. La prima volta che prepari la bevanda devi dare ai granuli la possibilità di adattarsi al nuovo ambiente, quindi ti conviene buttar via le prime produzioni di kefir, almeno le prime tre volte, poi procedi regolarmente.

Il kefir è pronto!
Per la mia versione, dal gusto simile ad una gassosa poco frizzante, ci occorrono:
- 1 vaso in vetro a bocca larga, della capacità di tre litri
- 2 litri di acqua naturale
- 6 cucchiai colmi di granuli di kefir (circa 150 g)
- 6 cucchiai colmi di zucchero di canna, meglio se mascobado (circa 150 g, per un gusto meno dolce vanno già bene 80 g)
- 2 o 3 fichi secchi biologici tagliati a metà, 2 o 3 albicocche tagliate a metà, qualche acino di uva passa
- un limone biologico o non trattato, tagliato a metà
- un colino con le maglie in plastica
- un cucchiaio di legno
- un imbuto
Nel vaso ben pulito ed asciutto versa lo zucchero, la frutta secca, i granuli e infine l'acqua. Mescola molto bene gli ingredienti con un cucchiaio di legno (il metallo non va usato) e chiudi l'apertura con un tovagliolo di carta che fermerai con un elastico. Alcuni tappano il contenitore ermeticamente per ottenere una bevanda più frizzante ma questo potrebbe creare qualche problema ai granuli. Io preferisco lasciare la possibilità di ricambio dell'ossigeno pur proteggendo il kefir dalla polvere e da altri contaminanti presenti nell'aria che, se lasciassi il vaso aperto, avrebbero via libera. Lascia fermentare 2 giorni a temperatura ambiente, preferibilmente al buio. Dopo 24 ore avrai un kefir con effetto lassativo (ancora ricco di glucosio e saccarosio) mentre dopo 48 ore con un effetto astringente (più acido). Ogni 24 ore dai una mescolata agli ingredienti. A fermentazione ultimata, spremi il limone, elimina la frutta e filtra la bevanda con il colino in una bottiglia. Tieni la bevanda in frigorifero e consumala in due o tre giorni, in qualsiasi momento della giornata. Il preparato va bevuto ogni giorno. Lava molto bene il vaso. I granuli nel processo di fermentazione saranno aumentati di volume. Per una nuova preparazione del kefir, ricomincia tutto da capo, almeno finché i granuli non diventeranno troppo ingombranti. I miei crescono davvero tantissimo.

Prima
Fino allo scorso anno avevo dei granuli più pigri che crescevano pochissimo. Purtroppo con l'arrivo dell'estate non ero riuscita a conservarli correttamente. Meno male, perché quelli che ho acquistato subito dopo e che utilizzo ancora, sono davvero produttivi e mi regalano un kefir molto più buono. Per verificare la crescita dei granuli ho pensato di attaccare del nastro di carta sulla parete del vaso. Fai anche tu così: prepara tutto e infine metti il nastro di carta per seguire la crescita dei tuoi kefirini.

A quel punto puoi regalare l'esubero oppure metterlo da parte, in stand-by, con una soluzione di acqua zuccherata, dentro al frigorifero. Così resiste bene una settimana ma se aggiungi zucchero a sufficienza si può conservare più a lungo. Non lasciare mai i granuli senz'acqua perché deperiscono immediatamente. Ogni volta che riattivi, per così dire, i granuli che hai messo a riposo, comportati come se li avessi acquistati per la prima volta: dagli da mangiare, coccole e attendi almeno tre produzioni per cominciare a consumare la bevanda. Per qualcuno l'esubero di granuli costituisce un ottimo fertilizzante organico ma non ho fatto questa esperienza e dunque non saprei. 
Dopo 24 ore

Sicuramente ti sconsiglio di seguire alcuni suggerimenti che girano su facebook come, ad esempio, di utilizzare la bevanda in eccesso per concimare le piante: seccano quasi istantaneamente a causa dell'elevato tasso di acidità che modifica il ph del terreno.

Quello che invece ho sperimentato con successo in questi giorni, è l'essiccazione a bassa temperatura. Ho letto infatti che è possibile essiccare e successivamente reidratare i kefirini senza perdere la qualità del prodotto finale. Si sciacquano i granuli prima del "riposino" e si lascia scolare l'acqua in eccesso per qualche minuto dentro un colino in plastica. Poi si adagiano su un foglio di carta forno e si coprono con un tulle facendo attenzione a non metterlo a contatto con i granuli (vanno benissimo quegli ombrellini che vendono per preservare gli alimenti da polvere e insetti). Si lasciano così ad essiccare per qualche giorno, in base al grado di umidità presente nell'aria. 

Certo, con l'essiccatore è davvero facile! Da quando l'ho comprato non perdo occasione per sfruttare al massimo il suo potere di disidratare perfettamente, in poco tempo e con risultati sempre abbastanza soddisfacenti.
Essiccatore
Granuli essiccati
Soprattutto se si osserva una temperatura veramente bassa, che non superi i 35°, i granuli si disidratano senza subire stress termico e cedono la parte acquosa molto lentamente. Alla fine, dopo almeno 24 ore, il risultato è simile allo zucchero di canna: cristalli ambrati perfetti per la conservazione fino ad un anno, vanno conservati preferibilmente in un barattolo di vetro chiuso ermeticamente. 
E fino a qui, tutto bene. Ma se non avessi portato a termine l'esperimento fino alla fine non avrei potuto raccontare cosa accade dopo.
Ed eccoci all'ultima parte di questo racconto sulla conservazione del kefir. Dopo circa 15 giorni dall'essiccazione e conservazione dei granuli, ho prelevato 20 grammi di granuli essiccati e li ho posti in un piccolo contenitore di plastica per alimenti insieme a pari quantità di zucchero integrale mascobado e circa 100 g di acqua minerale. Ho atteso due giorni, controllando di tanto in tanto lo stato di idratazione. Poi, allo scadere delle prime 48 ore, ho scolato i granuli, li ho pesati constatando un aumento pari al 470% da quello iniziale. Cioè 20 grammi essiccati iniziali sono diventati 93 grammi di granuli reidratati. Ho rimesso i granuli in un barattolo con pari peso di zucchero e circa 200 grammi di acqua ed ho atteso altre 48 ore, controllando di tanto in tanto. Delle micro-bollicine di gas hanno cominciato a tempestare le pareti del contenitore, segno che tutto procede per il meglio e che il risveglio è in corso... Dopo altre 48 ore ho di nuovo scolato i granuli per poi creare di nuovo un bagno zuccherino nel quale immergerli per altre 48 ore. Sono trascorsi così i primi otto giorni ed i kefirini sono già molto attivi ma ancora non crescono come erano soliti fare prima del "sonnellino". 

Prima reidratazione
Nuova produzione
Per moltiplicarsi hanno avuto bisogno di un'altra settimana durante la quale ho continuato a nutrirli con acqua e zucchero di canna, integrando anche con un fico secco tagliato a metà e poi mezzo limone biologico. Il risultato dell'esperimento mi ha dato davvero tanta soddisfazione perché adesso so di poter mettere a riposo i miei laboriosi kefirini per l'estate e di poterli risvegliare non appena la temperatura, dalle nostre parti, diventerà di nuovo fresca.
Inoltre, se disidrati i tuoi granuli potrai donarli anche agli amici più lontani perché saranno in grado di viaggiare ed arrivare a destinazione in perfetta forma. Basterà confezionarli dentro delle bustine sottovuoto per alimenti e spedirli dentro una confezione imbottita. Buon viaggio!
Ma il kefir non è soltanto una bevanda salutare: è anche un efficace starter per produrre la pasta madre e per lievitare gli impasti casalinghi. 

Bicarbonato, grande alleato!

E' un sale che produce il nostro organismo per vari scopi, tutti importantissimi. E’ presente nel sangue, dove serve a mantenere stabile e corretto il livello di acidità; nella saliva, dove neutralizza gli acidi presenti nella flora batterica presente nel cavo orale; nello stomaco, dove previene le ulcere sulle mucose, contrastando l'azione aggressiva degli acidi; interviene anche nei complessi scambi della respirazione, veicolando il biossido di carbonio verso i polmoni, che provvedono ad eliminarlo. E’ il bicarbonato di sodio.
Tutti abbiamo in casa il bicarbonato di sodio ma lo conosciamo davvero poco. Formula chimica NaHCO3, è noto anche con altri nomi, come carbonato acido di sodio o come carbonato monosodico. Dal punto di vista chimico viene comunque definito come un sale di sodio dell'acido carbonico.
Si trova in commercio sotto forma di polvere bianchissima e inodore, praticamente in ogni drogheria e negozio di alimentari. Questo perché grazie alla sua composizione chimica "alcalina" è prezioso per le pulizie di casa, ma anche per i trattamenti di bellezza e la salute. Idrosolubile, ha la proprietà di sciogliere le sostanze grasse, non solo sulle superfici ma anche sull'epidermide, rinfrescando e purificando in particolare le pelli grasse. Inoltre, in piccole quantità si utilizza anche per alcune preparazioni alimentari e a scopo terapeutico. Quando viene in contatto con un'altra sostanza, il bicarbonato di sodio ha la capacità di neutralizzare il ph nativo creando un nuovo valore e di mantenerlo in un perfetto equilibrio acido-alcalino. Queste due caratteristiche fondamentali del bicarbonato gli permettono di fare cose come neutralizzare gli odori acidi (ad esempio in frigorifero), oppure di mantenere il pH neutro (per esempio nell’acqua durante il lavaggio della biancheria, aumentando così la forza pulente del detersivo). Si tratta di una reazione semplice ma utilissima per tutta una serie di operazioni di pulizia e deodorazione. E’ inoltre lievemente abrasivo, sbiancante, alcalinizzante, detergente ecologico multifunzione, addolcisce l'acqua, fungicida, antiacido, agente lievitante e molto altro.

Bicarbonato di sodio naturale
Grazie alla sua presenza in natura, nell'acqua degli oceani, contribuisce a stabilizzare il biossido di carbonio contenuto nell'atmosfera terrestre. Viene estratto in alcune zone della terra, dalle ceneri di alcuni tipi di alghe o piante, all'interno di depositi dove si trova sotto forma di incrostazioni o di effervescenze oppure ricavato dalle acque che sgorgano da alcune rocce ricche di sodio. In luoghi particolari viene rinvenuto quale componente secondario del natron (carbonato idrato di sodio, che deve la derivazione del suo nome dalla parola egizia del sale "Ntry", che significa puro, divino). Anche in Italia abbiamo la fortuna di poter estrarre il bicarbonato di sodio, precisamente nelle cave di Rosignano, in Toscana ma uno dei maggiori depositi del mondo si trova nel Green River, al centro degli Stati Uniti. Moltissime aziende sono coinvolte nell'estrazione e nella vendita del bicarbonato di sodio puro anche se a volte scelgono di trattarlo con agenti chimici, non necessariamente inquinanti, per ottenere un prodotto più incontaminato. Tramite estrazione, si ottiene un bicarbonato di sodio naturale, adatto ad uso alimentare e domestico, a basso impatto ambientale, che si utilizza per la lievitazione, per l'igiene della casa e la cura della persona.

Bicarbonato di sodio e produzione industriale
E' possibile comunque produrre il bicarbonato anche ricorrendo all'industria chimica. Per fare questo, impiega ammoniaca, anidride carbonica e cloruro di sodio, ottenendo così una reazione chimica che produce cloruro di ammonio e bicarbonato di sodio. Dobbiamo la paternità della formula chimica per la produzione industriale del bicarbonato di sodio a Ernest Solvay, che la mise a punto per la prima volta nel 1863. Trova inoltre un vasto impiego proprio nella produzione industriale. Per esempio, viene aggiunto nella produzione di mangimi destinati agli allevamenti di animali perché ne favorisce la digestione ed aggiunto nella preparazione di detersivi e paste dentifricie ma anche in preparazioni farmaceutiche e medicali. Inoltre, viene spruzzato direttamente nei fumi delle industrie e degli inceneritori dei rifiuti ospedalieri e urbani perché permette di abbatterne le componenti acide.

Scegliere il bicarbonato
Il bicarbonato di sodio naturale viene a volte definito come "purissimo" e può essere acquistato sia online che nei negozi di prodotti biologici e naturali. Per prima cosa, dunque, optiamo per il bicarbonato di sodio di origine naturale, di origine certa. Perché? E’ naturale, ecologico, a basso impatto ambientale e ci assicura un prodotto che non proviene da processi industriali. Tutto è stato già detto e già scritto sul bicarbonato di sodio, che è una vera panacea, uno degli ingredienti che non devono mai mancare in casa: multifunzione, economico, efficace.
Solo una piccola raccomandazione: il bicarbonato, come tutte le sostanze alcaline, non deve essere mescolato alle sostanze acide perché si genera una reazione chimica che ne annulla gli effetti producendo invece un'abbondante reazione effervescente e talvolta una discreta quantità di anidride carbonica.


Associazioni con il bicarbonato di sodio

SI
(sostanze alcaline)
Detersivo per la lavatrice
Detersivo per i piatti industriale
Argilla
Cloruro di sodio (sale da cucina)
Acqua di cottura della pasta o del riso
Amido di riso, di mais

NO
(sostanze acide)
Aceto
Detersivo per i piatti auto-prodotto
Succo di limone
Acido citrico
Tutti gli acidi


Ed eccoci alla parte più interessante di questo fiume di parole: un elenco di alcuni usi del bicarbonato di sodio, conosciuti e meno conosciuti. Alcuni ci possono tirar fuori da un problema dell'ultimo momento ma in generale si tratta di utilizzi che ci permettono di modificare il nostro modo di pensare, di scegliere in maniera sempre più consapevole i prodotti che entrano nelle nostre case e di rispettare sempre più la vita, in tutte le sue forme.
Non si tratta di fare sacrifici, perché il bicarbonato di sodio funziona anche meglio di tanti intrugli industriali, ma di proiettarci sempre di più verso uno stile di vita eco-sostenibile. 
E' solo un invito a provare, per chi non lo avesse già fatto, ad utilizzare ciò che la natura ci offre con estrema facilità, senza compromessi. Siamo sempre di più e infatti, ogni giorno che passa, la lista di utilizzi si allunga un pochino, perché c’è qualcuno che ha immaginato nuovi modi, sempre più fantasiosi ed efficaci.

Uso domestico           
  • Per pulire le superfici metti un pochino di bicarbonato su una spugna umida, friziona la parte e risciacqua.
  • Per ridare brillantezza all'argento annerito, unisci tre parti bicarbonato con una parte di acqua e mescola fino a formare una densa cremina uniforme. Strofina poi sull'argento con un panno pulito o con una spugna morbida. Risciacqua accuratamente ed asciuga perfettamente.
  • Per scongiurare i cattivi odori dei mozziconi di sigarette, metti uno strato di bicarbonato sul fondo dei portacenere.
  • Per una pulizia/disinfezione mensile, puoi immergere spazzole e pettini in una miscela composta da un cucchiaino di bicarbonato e un pochino di acqua calda. Lascia in ammollo per cinque o più minuti, poi risciacqua ed asciuga all'aria.
  • Prima di ricoverare i mobili da giardino per l'inverno, spolverizza con bicarbonato di sodio le sedie, tra la seduta e i cuscini.
  • Per tenere la griglia pulita per tutta l'estate, inumidisci un pennello nell'acqua, poi fai aderire alle setole un pochino di polvere di bicarbonato, strofina la grata, poi risciacqua ed asciuga con un tessuto morbido.
  • Per pulire la tazza del water quando il detersivo è finito, distribuisci un bicchiere di bicarbonato di sodio sulle pareti della tazza, strofina con lo spazzolone ed infine tira lo sciacquone.
  • A volte l’aspirapolvere diffonde per la casa un odore sgradevole. Aspira un paio di cucchiai di bicarbonato e poi continua ad usarla per le tue faccende come sempre.
  • Per rinfrescare i tappeti puoi spolverizzarlo ed attendere almeno 15 minuti (meglio ancora tutta una notte), poi eliminalo con una passata di aspirapolvere. I tuoi tappeti saranno di nuovo freschi e ti ringrazieranno con dei colori più brillanti.
  • Un bicchiere di bicarbonato nel tuo prossimo lavaggio in lavatrice (con il tuo solito detersivo liquido) per una biancheria più pulita e più luminosa.
  • Per rimuovere i segni di colori e pastelli dalle superfici lavabili, metti un pochino di bicarbonato su una spugna umida e smacchia. Poi sciacqua.
  • Per sciogliere il ghiaccio puoi usare il bicarbonato al posto del sale, in quanto meno corrosivo.
  • Per rimuovere i residui di cibo bruciato dal fondo delle teglie da forno, versa una generosa quantità di bicarbonato ed aggiungi acqua calda ed un cucchiaio di detersivo per piatti. Lascia riposare per almeno 15 minuti e poi effettua il lavaggio come al solito.
  • Le scarpe da ginnastica dei ragazzi a volte emettono odori indesiderati. Spargi del bicarbonato sul fondo delle scarpe ogni volta che le tolgono. Agitale in modo da spargere la polvere su fondo e pareti delle calzature. Elimina la polvere prima che vengano indossate di nuovo. Ripetere l’operazione ogni volta assicurerà dei buoni risultati.
  • Per pulire e deodorare le attrezzature sportive. Cospargi il bicarbonato di sodio nella borsa da palestra per deodorare. Puoi pulire le attrezzature in genere con una pasta che puoi preparare con tre parti di bicarbonato di sodio e una parte di acqua. Passa la pasta con un pennello e poi risciacqua abbondantemente ed asciuga.
  • Per scongiurare i cattivi odori della biancheria sporca della palestra e mantenerla fresca fino al momento del lavaggio, cospargi il bicarbonato di sodio sul fondo della cesta oppure, a tua discrezione, sopra i vestiti stessi.
  • Per lucidare un pavimento opaco, sciogli un bicchiere di bicarbonato di sodio in un secchio di acqua calda. Passa con uno straccio morbido e risciacqua un paio di volte.
  • Per pulire a fondo il bagno, crea uno scrub mescolando un bicchiere di bicarbonato con un cucchiaio di detersivo liquido per piatti fino ad ottenere una consistenza cremosa. Utilizza come un qualsiasi detergente in crema per il bagno e risciacqua.
  • Per eliminare residui di calcare e prolungare la vita  di lavastoviglie e lavatrice, ogni tanto esegui un ciclo a vuoto, solo con bicarbonato di sodio.
  • Per eliminare cattivi odori dalla scarpiera, metti uno strato di bicarbonato sul fondo. Rinnovalo ogni volta che serve togliendo quello vecchio con l’aspirapolvere e versandone uno strato nuovo.

Uso in cucina
  • Per fare una frittata soffice, aggiungi ½ cucchiaino di bicarbonato ogni tre uova.
  • Per prevenire la nebbiolina che si forma nel the freddo ed eliminarne l'asprezza, in base alla miscela, aggiungi un pizzichino di bicarbonato.
  • Per neutralizzare il cattivo odore delle mani dopo aver maneggiato del pesce, dell’aglio, etc., prepara una pasta con una parte di sapone liquido e tre parti di bicarbonato. Strofina le mani a fondo, con particolare attenzione anche alle unghie ed infine sciacqua con acqua tiepida. Puoi anche sostituire il sapone con della semplice acqua per avere una pasta leggermente più abrasiva.
  • Per eliminare gli odori persistenti da un contenitore in plastica per alimenti a chiusura ermetica, versa del bicarbonato, chiudi e sbatti per distribuire uniformemente la polvere su tutte le pareti. Lascia almeno una mezzora e poi lava il contenitore come di solito.
  • Per neutralizzare gli odori nel frigorifero, metti una piccola ciotola con del bicarbonato sul fondo del frigo e sostituiscila all’occorrenza.
  • Puoi utilizzarlo per la preparazione di torte e dolci al posto del lievito chimico perché ha un ottimo potere lievitante.
  • Per un forno veramente pulito e senza residui chimici che finirebbero immancabilmente sui tuoi cibi, versa una pioggia abbondante di bicarbonato sul fondo, inumidisci le pareti e distribuisci uniformemente il bicarbonato il ogni angolo. Lascia agire tutta la notte. La mattina successiva passa una spugna leggermente abrasiva ma asciutta per fare una specie di scrub. Infine sciacqua tutto abbondantemente ed asciuga con un panno morbido.
  • Per eliminare gli odori dal tagliere ed igienizzare allo stesso tempo, cospargi la superficie con il bicarbonato e lascia agire qualche minuto. Poi strofina con una spugna umida ed infine sciacqua ed asciuga.
  • Per spegnere un incendio a base oliosa (quando, ad esempio, prende fuoco l'olio nella padella) spargi il bicarbonato di sodio abbondantemente sulle fiamme finché si spengono.
  • Per togliere gli odori di stantio alle spugne e ridare loro nuova vita, immergile in una ciotola con una soluzione con acqua calda e bicarbonato (4 cucchiai per litro). Per una disinfezione più profonda puoi mettere la ciotola nel microonde per un paio di minuti. Poi lascia raffreddare completamente.
  • Metti un cucchiaio di bicarbonato di sodio in una bacinella d'acqua e lascia in immersione pochi minuti frutta e verdura prima del lavaggio, in abbondante acqua. Favorisce l'eliminazione di antiparassitari ed impurità.
  • Per ridurre il tempo di cottura dei legumi aggiungi un cucchiaio di bicarbonato di sodio nell’acqua di ammollo e lasciali a bagno tutta la notte. Sciacqua bene prima della cottura. Per i legumi che non necessitano di ammollo, come lenticchie e piselli, puoi accelerare la cottura aggiungendo un pizzico di bicarbonato direttamente nell’acqua. Secondo alcune fonti, questo rende i legumi anche più digeribili.

In garage e giardino
  • Per eliminare cattivi odori dal secchio dell’immondizia, metti uno strato di bicarbonato sul fondo, prima di cambiare il sacco di plastica oppure sul fondo dello stesso.
  • Per scoraggiare la crescita delle erbacce nelle fessure tra le piastrelle del marciapiedi e sul vialetto di casa, basta un piccolo strato di bicarbonato.
  • Per rimuovere una macchia d'olio su cemento o asfalto: bagna leggermente la macchia e ricoprila con abbondante bicarbonato di sodio. Strofina con una spazzola a setole dure e lascia agire qualche ora, meglio per tutta la notte. Infine risciacqua e ripeti tutto il procedimento se necessario.
  • Per pulire a fondo la tua auto, la roulotte o il camper, spargi il bicarbonato sui sedili, sui tappeti e nel bagagliaio. Lascia agire qualche ora e poi elimina tutto con l’aspirapolvere.
  • Con 2 cucchiai di bicarbonato disciolti in 4 litri d’acqua tiepida, prepara una soluzione fungicida da spruzzare sulle viti, i pomodori, la frutta e le rose.
  • Pulisci la carrozzeria dell’auto e il parabrezza pieno di insetti con una soluzione di 1 cucchiaio di bicarbonato di sodio in 1 litro di acqua tiepida. Immergi un panno in microfibra e strofina le macchie. Poi lava normalmente.

Bellezza e salute
  • Per un sollievo immediato da punture di insetti, per le ustioni e l'arrossamento della pelle per il contatto con sostanze irritanti, mescola del bicarbonato con un pochino d'acqua, bagna un panno pulito nella soluzione ed applicalo direttamente sulla parte.
  • Per un trattamento termale casalingo aggiungi un bicchiere di bicarbonato di sodio all'acqua del tuo bagno.
  • Per esfoliare una pelle sana e senza imperfezioni come nei, ferite o brufoli, puoi preparare una pasta con tre parti di bicarbonato ed una parte di acqua. Applica delicatamente con la punta delle dita, con un movimento circolare, senza mai strofinare, quindi risciacqua abbondantemente.
  • Per denti bianchissimi, frizionali con una piccolissima quantità di bicarbonato sullo spazzolino da denti. Massaggia a lungo e poi sciacqua. Da fare solo una volta ogni tanto, perché è comunque leggermente abrasivo per lo smalto dei denti.
  • Mescola un cucchiaino di bicarbonato con il tuo prodotto condizionatore per capelli (crema o schiuma) prima di applicarlo sui capelli umidi. Questo piccolo accorgimento assicura capelli sani e resistenti alla formazione delle doppie punte.
  • Per combattere la comparsa ostinata della forfora, astieniti dallo shampoo per un paio di settimane e massaggia giornalmente il cuoio capelluto bagnato con una manciata di bicarbonato. Sciacqua ed asciuga preferibilmente all'aria.
  • Crea un antiacido, eccezionale contro il bruciore di stomaco, mescolando la punta di un cucchiaino di bicarbonato con un bicchiere di acqua.
  • Sciogli 2 cucchiaini di bicarbonato in un bicchiere o in una piccola ciotola di acqua tiepida ed immergi gli apparecchi e le protesi dentarie per tutta la notte. Il bicarbonato scioglie le eventuali microparticelle di cibo, neutralizza gli odori ed igienizza. Puoi effettuare la stessa operazione anche con gli spazzolini da denti, con le setole di quelli elettrici e con gli ugelli dell’idro-pulsore.
  • Per l'igiene del cavo orale, prepara una soluzione di acqua e bicarbonato: è ottima per fare i gargarismi e come colluttorio.
  • Dopo una lunga giornata, stanchezza e indolenzimento a piedi e gambe spariscono con un pediluvio di acqua tiepida in cui va disciolto un cucchiaio di bicarbonato.

Per la cura degli animali domestici
  • Per scongiurare cattivi odori che provengono dalla lettiera del gatto, dopo lo svuotamento, il lavaggio e l'asciugatura, versa uno strato uniforme di bicarbonato sul fondo e poi aggiungi la sabbia. Puoi anche aggiungerne un altro pochino sopra, per mantenere gli odori al minimo. Oppure puoi aggiungere una confezione piccola (circa 250 g.)  ad uno strato di argilla sabbiosa alto circa 8/10 cm e mescolare bene in modo da distribuire uniformemente il bicarbonato. 
  • Anche nelle gabbie di volatili e roditori, uno strato sottile di bicarbonato sul fondo, sotto la segatura o paglia, previene i cattivi odori e la proliferazione di batteri.
  • Con 4 cucchiai di bicarbonato disciolto in un litro d’acqua tiepida si crea una soluzione adatta alla pulizia di voliere per uccelli e gabbie per piccoli roditori. Passa la soluzione con una spugna, sciacqua e asciuga.
  • Usa periodicamente una piccola quantità di bicarbonato per spazzolare i denti di cani e gatti domestici e garantire loro uno splendido alito fresco. Non eccedere perché potrebbe corrodere troppo lo smalto.
  • Dopo il lavaggio con sapone, puoi disinfettare i giocattoli dei  tuoi piccoli amici in una soluzione composta da 4 cucchiai di bicarbonato di sodio in un litro d’acqua. Lasciali un’ora, poi risciacqua ed asciuga.
  • Il cibo di cani e gatti non subirà invasioni da parte di formiche ed altri insetti se crei una striscia di polvere di bicarbonato tutto intorno alla ciotola.

In campeggio
Non si può partire senza! Con il bicarbonato potrai: lavare i piatti, scrostare le pentole, lavare e deodorare le mani, deodorare ogni cosa, lavare i denti ed inoltre avrai un estintore e tanto tanto altro.

Latte di riso home-made

Senza glutine, colesterolo e lattosio, il latte di riso è uno degli ingredienti segreti della mia auto-produzione in cucina. In casa lo consumiamo al posto del latte vaccino ed è in assoluto il nostro preferito tra tutti i tipi di latte vegetale.
Grazie alla presenza delle preziose vitamine del gruppo B e del triptofano, contribuisce all'equilibrio del sistema nervoso e alla produzione di energia, pur in presenza di una modesta quantità di calorie (quasi le stesse del latte scremato). Inoltre, grazie alla presenza di potassio e alla quasi totale assenza di sodio, riduce anche la pressione arteriosa.
Rispetto al latte di mucca è molto più digeribile ma occorre tenere presente che ferro e calcio sono assenti e dunque si devono integrare con altri alimenti come i semi di sesamo e le noci, per esempio. Ma andiamo per gradi. Per produrre un litro di ottimo latte di riso occorrono acqua e riso integrale cotto. Si potrebbe partire anche dal riso crudo, lasciato in ammollo per tutta la notte, ma io preferisco il sapore e la consistenza del latte prodotto con  il riso cotto. La procedura è davvero semplice.
Prima di tutto scegli con cura il tuo riso. Dalla sua qualità deriverà la bontà del prodotto finito che garantisce una qualità superiore oltre che una perfetta base di partenza per tantissime preparazioni: salse, budini, panna, gelati e perfino la mozzarella per la caprese e la pizza!
Ti raccomando di sceglierlo integrale in quanto ricco di fibre e di vitamine B1, B2 e B3, utili quest'ultime per una corretta crescita, la produzione di globuli rossi e per diminuire il colesterolo.
Per la ricetta base ti occorrono:

  • 1 litro d’acqua calda ma non bollente (60-80°)
  • 70 grammi di riso cotto
Si può consumare così, senza aggiungere nulla, ma puoi integrare, a piacere:
  • 45 gr. di zucchero di canna oppure  1 cucchiaio di stevia
  • una grattatina di buccia di limone
  • un pizzico di cannella
  • un pizzico di sale

Procedimento
Riscalda l'acqua fino alla temperatura ideale. Nel frattempo, pesa il riso dentro il bicchiere del frullatore ad immersione e versaci dentro acqua calda sufficiente a ricoprirlo. Se lo desideri, versa dentro anche tutti gli altri ingredienti aggiuntivi. Mescola il tutto con il frullatore per circa  un minuto alternando con momenti di fermo. Aggiungi lentamente altra acqua e mescola ancora. A questo punto occorre filtrare il tutto.
Poni un colino sull'imboccatura del contenitore dove verserai il latte e sopra appoggia un telo candido. In questo modo andrai a versarci sopra il composto appena frullato per separare il liquido dagli scarti del riso. Infine, raccogli i lembi del telo e strizza bene il contenuto fino a spremere le ultime gocce della polpa di riso. Puoi consumare subito il latte ottenuto oppure conservarlo in frigorifero per alcuni giorni.

Germogli: auto-produzione in poche mosse

Parliamoci chiaro: eliminare l'inquinamento dalla nostra vita è praticamente impossibile. Dobbiamo pur mangiare e a meno che non abbiamo la fortuna di poter disporre di un orto casalingo da irrigare con acqua pura, siamo costretti ad acquistare verdure e frutta la cui provenienza, nel migliore dei casi, è certa ma sconosciuta. Potreste dire, acquistando prodotti biologici, di avere la certezza della bontà del terreno e dell'acqua che hanno generato il cibo che mangerete? No, la risposta è scontata. Nessuno può essere certo della provenienza degli alimenti acquistati a meno che non si avvalga dell'auto-produzione.
Ma come si fa a produrre del buon cibo in un appartamento nel centro città? La risposta è: produrre da soli i germogli. Non è solo divertente e facile ma anche economico e, soprattutto, salutare.
Possiamo ottenere degli ottimi germogli in poche mosse dedicandogli appena qualche minuto al giorno.
Io ho iniziato questa avventura qualche anno fa, prendendo spunto da un sito che suggeriva di cominciare senza germogliatore ma riutilizzando le vaschette in plastica che di solito contengono le carote o le verdure come la rucola o il songino. Mi è piaciuto molto sperimentare con questi mezzi di fortuna per addentrarmi in una pratica per me nuova e assolutamente strana. Produrre germogli da sola? Mi faceva ridere. Eppure i risultati furono da subito sorprendenti.
I germogli, infatti, crescono facilmente. E' nella loro natura. Metti un seme ed un pochino di umidità e... il gioco è fatto. Diciamo che bisogna proprio impegnarsi per rovinare il risultato!
Basta non dimenticare quattro ingredienti per veder realizzato il miracolo della vita che nasce in casa nostra.
  1. L'acqua è l'ingrediente magico. Non deve mancare ma neanche eccedere. Il seme ha bisogno, diciamo, di una "pozione" d'acqua per risvegliarsi dallo stato dormiente ed attivare le reazioni chimiche necessarie a trasformarlo in piantina. Dunque l'acqua deve essere calibrata bene per consentire la magia del risveglio ma senza eccessi in modo da evitare che si formino delle muffe dannose per i germogli.
  2. Clima ideale. Teniamo i nostri germogli ad una temperatura tra i 20 ed i 28 gradi. Questo è l'altro ingrediente magico che favorisce il risveglio di qualsiasi tipo di seme.
  3. L'ossigeno deve circolare liberamente, perchè avvenga la magia i semi devono respirare.
  4. Ultimo ingrediente ma non meno importante è la luce. Non è necessaria per tutti i tipi di semi ma soltanto per quelli "a foglia" e soltanto dopo tre o quattro giorni di germinazione. La luce, come sappiamo, permette la fotosintesi e la formazione della clorofilla, fonte di energia. In ogni caso, la luce del sole deve essere sempre indiretta perchè altrimenti rovinerebbe tutto il nostro lavoro.
Adesso utilizzo un germogliatore in terracotta che ho acquistato su www.macrolibrarsi.it(1). E' perfetto perchè crea un clima umido ideale per i germogli,  le vaschette di aprono e chiudono con il sistema di apertura luce/buio ed hanno il fondo forato in modo da permettere lo scolo dell'acqua tra un ripiano e l'altro.
(2) Per prima cosa mettiamo a mollo i nostri semi per qualche ora (io ce li tengo tutta la notte) poi li sciacquiamo sotto l'acqua corrente e li disponiamo dentro le vaschette (3)(4). Chiudiamo il coperchio (5). A questo punto, i nostri semini hanno bisogno della loro pozione magica (l'acqua) almeno tre volte al giorno. Procuratevi uno spruzzino che riempirete d'acqua e coccolate i vostri semini con delle doccette di acqua fresca (6). Già dopo qualche ora il miracolo avrà inizio e dai semini cominceranno ad uscire dei piccoli germoglietti (7).
In base al tipo di seme che abbiamo scelto, aspetteremo dai 2 ai sette giorni per il raccolto. I semi in foto sono di erba alfa medica (quelli piccoli giallini) e di ravanello (quelli bruni più gradi). Entrambi i semi sono per germogli di tipo "a foglia" e dunque dopo tre giorni avranno bisogno anche di luce indiretta per completare la crescita.
Per cominciare, comunque, non serve acquistare subito un germogliatore.
In un altro post ti farò vedere come costruirne uno in casa riciclando le vaschette per le verdure del supermercato. Poi, quando avrai provato e avrai deciso di continuare con l'auto-produzione di germogli, allora sarai pronta a comprarne uno.
E quando sono pronti?  Puoi consumarli subito o conservarli in frigorifero fino ad una settimana dentro una busta per alimenti.
Come consumarli?
Ogni tipo di germoglio ha un gusto a se, a volte vicino al sapore della pianta adulta. Per esempio, i germogli di rucola hanno un sapore simile alla rucola così come i germogli di ravanello ricordano il sapore dei ravanelli. Dunque dipende dai tuoi gusti abbinare i germogli ad altri alimenti oppure consumarli da soli. Ecco qualche suggerimento:
  1. crudi con un'insalata mista 
  2. frullati nei succhi freschi o nei frullati
  3. centrifugati da soli o con altre verdure
  4. nei panini imbottiti insieme ad altri ingredienti
  5. negli involtini con altre verdure
  6. cotti al vapore
  7. mescolati alle zuppe al momento di servire



    Sono trascorsi due giorni durante i quali ho provveduto ad innaffiare i germogli tre volte al giorno, utilizzando lo spruzzino pieno d'acqua fresca.
    Crescono a vista d'occhio!

    Adesso è arrivato il momento di aprire le "finestrelle" del germogliatore in modo di consentire alla luce di entrare.

    Sembra un piccolo condominio con i balconi fioriti!|
    Ancora un paio di giorni e saranno pronti.






    L'insalata di primavera e il pepe di Szechuan





    Cambia la luce, l'orizzonte, il cielo. Ancora una volta la natura ci regala i suoi colori più belli e brillanti mentre una brezza tiepida ci coccola con il suo abbraccio delicato: finalmente è primavera!
    Questo è il periodo dell'anno più adatto alle lunghe passeggiate e alle lunghe letture sotto le fronde degli alberi o semplicemente davanti alla finestra con accanto una limonata fresca, possibilmente in compagnia del nostro animale domestico.
    Così, mi è capitato tra le mani un libro che avevo letto tutto d'un fiato lo scorso anno, La mia vita in verde dello chef Simone Salvini, che seguo e ammiro molto.
    Un testo fresco, leggero e sorprendente proprio come la sua cucina e ricco di spunti interessanti come questa insalata che ho collegato alla primavera per il suo inconfondibile profumo fresco e fruttato. Una vera delizia per gli occhi ed il palato!

    Per le quantità puoi regolarti a piacere e modificare i rapporti tra gli ingredienti in base ai tuoi gusti. Ti servono:
    • 1 finocchio fresco grande o due piccoli
    • 1 mela verde
    • qualche rametto di finocchietto selvatico
    • il succo di due mandarini
    • il succo di un limone
    • sale rosa q.b.
    • una manciata di pepe di Szechuan
    Prova a fare come me: affetta in maniera regolare il finocchio tagliando prima in due parti per lungo e poi, appoggiandolo su un tagliere dalla 'parte appena tagliata, a fettine sottili di uguale spessore.
    Poi taglia la mela in quattro, estrai il cuore con i semi e procedi al taglio regolare sul tagliere. Man mano che disponi le fettine di mela verde nell'insalatiera, sopra a quelle di finocchio, spruzza il succo di mezzo limone per evitare che l'ossidazione le annerisca.
    Spremi due mandarini con l'aiuto di uno spremiagrumi, filtra il succo e versalo sulle verdure. Infine aggiungi il succo dell'altro mezzo limone, il sale, qualche ciuffo di finocchietto selvatico e una manciata di pepe di Szechuan (o Sichuan), preferibilmente appena macinato.
    Porta subito in tavola ed invita i tuoi ospiti a cominciare utilizzando l'olfatto: un aroma delizioso, fresco e sorprendente che non delude affatto quando si comincia a gustare questa insalata davvero speciale.

    Un piccolo consiglio che riguarda il succo di mandarino. Poiché non sempre è possibile avere a disposizione dei mandarini biologici, freschi e profumatissimi, allora puoi spremere il succo con l'aiuto di uno spremiagrumi (elettrico o manuale) e versarlo nei contenitori per i cubetti di ghiaccio. Fai congelare il succo e poi metti i cubetti dentro una busta per il freezer, dove li troverai sempre pronti per l'insalata dell'ultimo momento. Lo stesso principio vale ovviamente anche per il succo di limone e di arancia. Metti qualche cubetto in un bicchiere qualche ora prima di portare l'insalata in tavola.


    Il pepe di Szechuan
    In effetti il pepe di Szechuan è un falso pepe. Si tratta di bacche la cui parte interna, a differenza del vero pepe, viene scartata. Inoltre, contiene un 3% di hydroxy-alpha-sanshool, una sostanza in grado di stimolare alcuni recettori tattili e che provoca una sensazione di leggerissima scossa elettrica. Lo ha descritto benissimo Harold James McGee, lo scrittore americano noto soprattutto per il suo libro di studio sull'alimentazione e la cucina, Il cibo e la cucina. Scienza, storia e cultura degli alimenti. L'autore, che si occupa prevalentemente dei principi delle trasformazioni degli alimenti, descrive la sensazione "come se la lingua toccasse una batteria da nove volt" e spiega che il pepe sembra interessare simultaneamente diverse terminazioni nervose, inducendo una sensibilità in alcuni recettori generalmente insensibili. Il risultato è un effetto tonificante totalmente diverso da quello, ad esempio, del peperoncino.
    La capsaicina contenuta nel peperoncino, infatti, colpisce un diverso insieme di recettori che producono una sensazione complessiva di bruciore intenso.
    Inoltre è interessante sapere che le piante da cui si prelevano le bacche commercializzate con il nome di pepe di Szechuan, del genere zanthoxylum piperitum, appartengono alla famiglia delle rutaceae, la stessa famiglia del limone. Dunque l'aroma agrumato che sprigiona il pepe appena macinato trae fondamento proprio dalla familiarità con le piante di agrumi.
    Una curiosità: negli Stati Uniti, dal 1968 al 2005, le importazioni di questo pepe furono vietate perché le piante potevano essere portatrici di una malattia vegetale molto temuta: il cancro del limone; dal 2005 in poi le piante possono essere importate liberamente purché preventivamente sterilizzate.
    Insieme a semi di finocchio, anice stellato, cannella e chiodi di garofano, il pepe di Szechuan è un componente chiave delle Cinque Spezie Cinesi, una miscela la cui ricetta risale al 1300 a.c., molto utilizzata nella cucina cinese prima, e poi diffusasi in tutto il globo ed apprezzata per una nota leggermente mentolata. E' utilizzata per ricette tipicamente orientali come l'anatra alla pechinese ma anche per condire verdure saltate e piatti a base di tofu.
    Ma questa non è l'unica miscela di spezie che contiene il pepe di Szechuan che è molto apprezzato ed utilizzato in varie parti del mondo; Nepal, Corea, India, Giappone e anche in Italia, presente tra gli ingredienti segreti di alcuni chef pasticcieri.

    Cottura “angelica” per cereali e legumi


     
    Per preparare pasti succulenti e sani occorrono materie prime di qualità,  tanto amore e soprattutto del tempo, la cosa più difficile da trovare con i ritmi delle nostre giornate,  sempre più frenetiche, specie per chi lavora fuori casa. Volere è potere e dunque con un minimo di programmazione si possono ottenere risultati sorprendenti. Certo, se proprio di tempo non ne troviamo neanche un pochino, allora il negozietto bio può essere la giusta soluzione: purché i prodotti siano a km zero, biologici e senza conservanti, possiamo acquistare le conserve di legumi e cereali, indispensabili come base per diversi piatti sani. Ma se riusciamo a dedicare circa un paio d'ore al mese alla preparazione delle conserve, allora ti assicuro che otterrai dei risultati davvero eccezionali. E non parlo della classica tecnica che richiede la cottura dei legumi e poi la sterilizzazione dei vasi, ma di una tecnica che ormai utilizzo da qualche anno con soddisfazione, che riduce il tutto ad una sola cottura: la cottura angelica. 
    In realtà si tratta di un procedimento semplicissimo, che ha la funzione di auto-produrre conserve di cereali e legumi cotti in barattoli di vetro, sottovuoto e sterilizzati, evitando alcuni passaggi della tecnica classica. 
    L'inventore assicura una conservazione infinita ma ciò dipende sicuramente anche da una corretta cura dei barattoli che andranno riposti in una dispensa asciutta, areata ma tassativamente al buio. Si possono preparare conserve partendo direttamente da cereali secchi come riso integrale, riso rosso, riso venere, farro, grano, Kamut e orzo decorticati e di legumi secchi come lenticchie e fagioli di ogni tipo (tranne fagioli neri, ceci e soia nera che invece hanno bisogno di un ammollo preventivo di almeno 12 ore in acqua, preferibilmente aggiungendo anche un pezzetto di alga kombu, come se dovessimo cucinarli per il consumo immediato).
    Occorrono dei vasi da conserva, meglio se riciclati, cereali o legumi, sale integrale marino o pezzetti di alga kombu e una pentola abbastanza grande, in cui i vasetti possano rimanere abbastanza fermi durante la bollitura, anche se comunque li avvolgeremo in stracci per evitare che si rompano sbattendo tra loro.
    Per prima cosa metti a bollire dell'acqua in una pentola a parte. In questo modo sarai in grado di abbreviare i tempi. Nel frattempo prepara i barattoli con cura, lavandoli e facendoli asciugare a testa in giù su un canovaccio pulito. A parte, lava bene cerali e legumi e metti tutto da parte.
    A questo punto puoi riempire i vasi, differenziando il tipo di riempimento a seconda del cereale/legume:
    •partendo da cereali secchi, riempi il vasetto per un terzo, aggiungi l'acqua fino a un dito dal bordo (rapporto 1:2) e il sale o l'alga kombu;
    •partendo da legumi secchi, riempi il vasetto per un quarto, aggiungi l'acqua fino a un dito dal bordo (rapporto 1:3) e il sale o l'alga kombu;
    •partendo da legumi reidratati, riempi il vasetto fino a un dito dal bordo, aggiungi anche l'acqua fino a un dito dal bordo, il sale o l'alga kombu;
    Nel frattempo, l'acqua sul fornello starà bollendo e ne approfitti per sterilizzare i tappi tuffandoli nella pentola e recuperandoli con un pinza dai becchi lunghi (quella in acciaio, da frittura). Chiudi i vasetti con cura e sistemateli dentro la pentola che hai scelto per la cottura/sterilizzazione, avvolgendoli in canovacci in modo da non farli toccare tra loro. Occupa ogni spazio della pentola in modo da ottimizzare la cottura. Adesso puoi versare l'acqua bollente sopra i vasi avendo cura di immergerli completamente. Accendi il fornello e fai cuocere per tre ore aggiungendo acqua bollente ogni tanto per riportare il livello sopra i vasi. Mi raccomando di aggiungere solo acqua bollente, altrimenti lo shock termico provocherebbe la rottura dei vasetti. Dopo tre ore spegni il fornello e lascia raffreddare i barattoli completamente, lasciandoli immersi nell’acqua. A questo punto puoi asciugare vasetto per vasetto e riempire la dispensa con queste conserve davvero speciali, sempre pronte per un'insalata veloce, una vellutata, una crema, una zuppa o come base per burger o polpette vegetali.
    Organizzando preventivamente la preparazione di queste conserve, puoi cuocere cereali e legumi diversi nella stessa pentola, ottenendo così una scelta più ricca da conservare in dispensa.

    Laboratorio teorico-pratico di cosmetica naturale a Rebeland.

    Un altro appuntamento con l'auto-produzione domestica ma anche un'esperienza unica, nella cornice del bosco di Rebeland, in località Nicolosi, alle pendici dell'Etna.
    La giornata si svolgerà dalle 10.00 alle 16.30 e comprende l'esperienza laboratorio di quattro ore totali ed il pranzo vegano a cura de "Il Sole Dentro", un momento perfetto per rilassarsi e godere della natura del luogo.
    Il laboratorio si rivolge ad appassionate/i e curiose/i, senza o con esperienza, che vogliano apprendere le nozioni base per autoprodurre cosmetici. I principianti dell’autoproduzione sono benvenuti purché motivati.
    Gli esperti, invece, troveranno nuovi amici con cui condividere le proprie passioni ed ispirazione per progetti sempre nuovi e creativi.
    Work in progress!
    INFO E PRENOTAZIONI: Jivan 3890813249

    Farro, grano e avena con melanzane, pomodoro e erbe aromatiche

    Un gruppo di amici, una giornata speciale da trascorrere nella rigogliosa campagna siciliana e un'occasione per condividere tutti insieme un ottimo pranzo al sacco.
    Ed ecco la mia amica Lisa pronta con il suo personalissimo menù che incuriosisce tutti: insalata di cinque cereali con quadrotti di patate lesse, tonno, sottaceti, pomodorino a pezzetti e pomodoro secco. Che tripudio di colori! Una vera festa per gli occhi ma soprattutto per le papille gustative.

    Così è arrivata l'ispirazione per il piatto che ho preparato oggi, adatto per chi segue un regime alimentare ipocalorico ma anche per chi sceglie di non consumare cibi di derivazione animale. Un'ottima alternativa alla classica insalata di riso o di pasta. Un piatto che mi consente di portarlo in tavola in pochi minuti anche quando si ritorna dal mare con un'amica invitata all'ultimo minuto.

    Nel mio frigorifero non mancano mai dei cereali cotti da accompagnare a delle verdure o da aggiungere ad un minestrone o a un passato. In questo modo posso accorciare i tempi di preparazione e per me è davvero importante quando rientro dal lavoro.

    Quella di oggi in effetti è una non-ricetta ma semplicemente un'idea che può ispirare altre combinazioni, in base ai propri gusti.

    Ingredienti (a piacere):

    Mix di cereali cotti (ad esempio farro, grano, avena, riso integrale). Si trovano facilmente nei supermercati e sono davvero veloci da preparare. Dopo la cottura elimino completamente l'acqua e quando sono freddi li conservo in frigorifero dentro un contenitore ermetico per un massimo di tre giorni.

    Melanzane al forno o altre verdure, al forno o grigliate. In estate le melanzane sono di stagione e dunque veramente buone e saporite. Inoltre si prestano a tantissime preparazioni. Le preparo in anticipo, in genere la sera mentre metto in ordine la cucina. Le taglio in quattro parti e poi pratico dei tagli paralleli lungo tutta la fetta, in modo da favorire la cottura. In forno a 200° per 25/30 minuti. Quando si sono raffreddate per bene le dispongo a strati in un contenitore ermetico e le riporgo in frigorifero per un massimo di tre giorni. Le utilizzo per fare delle ottime polpette ma anche in insalata, tagliuzzate con le forbici e condite con qualche petalo d'aglio, sale, olio evo e le erbe aromatiche che mi ispirano in quel momento (timo, timo limoncino, menta, prezzemolo, origano... la lista è davvero lunga).

    Pomodoro fresco
    a pezzetti (picadilly, datterino, ciliegino, a grappolo).

    Pomodoro secco sott'olio tagliato a filetti.

    Olio extra vergine d'oliva.

    Sale marino fino, preferibilmente integrale.

    Erbe aromatiche appena colte. In questa non-ricetta ho utilizzato timo limoncino, menta e basilico.